La produzione di ceramica a Civita Castellana risale ai secoli precedenti l’ascesa di Roma, difatti nel IV secolo a.C. è rinomata la produzione vascolare a figure rosse.
Nel medioevo e nel rinascimento sono attestate produzioni di buon pregio, ma è alla fine del XVIII secolo che lo sfruttamento delle cave di argilla presenti nel territorio assume una connotazione proto-industriale.
E’ del 1792 la prima attestazione di un’officina per la produzione di stoviglierie e ceramica artistica che vede coinvolti l’architetto Giuseppe Valadier e, successivamente, Giovanni Volpato, fino ad arrivare ai primi anni del ‘900 quando nel territorio sono attive fabbriche di stoviglie, di piastrelle e di sanitari.
A seguito di uno sciopero che contrappose per alcuni mesi i dipendenti alle aziende per il rinnovo del contratto di lavoro, il 5 gennaio 1955, ventitre operai che lavoravano nel settore sanitari si unirono in società di fatto e fondarono la Ceramica Flaminia.
Allora la produzione degli articoli sanitari era fondamentalmente ancora artigianale, i prodotti fatti a mano erano creati dall’operatore soltanto con l’ausilio di poche attrezzature e la cottura della ceramica avveniva nelle fornaci a legna.
Con il passare degli anni i sistemi di lavorazione si sono fortemente evoluti ed attualmente la produzione si avvale di impiantistica al passo coi tempi dislocata su tre stabilimenti di circa 30.000 mq, due nel territorio di Civita Castellana ed uno a Fabrica di Roma, sempre in provincia di Viterbo.
Nel 2003 l’azienda ha ottenuto la certificazione del sistema di qualità Uni En Iso 9001-2000.
Evoluzione c’è stata anche a livello societario con l’adozione di forme organizzative via via adeguate alla crescita dell’azienda, fino alla trasformazione in società per azioni nel 1996.
Fino alla metà degli anni ’90 i prodotti si caratterizzavano per delle forme tradizionali che ricalcavano, senza mai copiare pedissequamente, lo stile dei maggiori produttori nazionali ed esteri, mentre per ciò che concerne la qualità intrinseca degli oggetti l’azienda ha sempre goduto di una buona reputazione da parte del mercato. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta si è cercato di battere percorsi stilistici autonomi, ma la scarsa sensibilità e la mancanza di una funzione aziendale specifica non hanno consentito il raggiungimento degli obiettivi.
A metà degli anni Novanta il cristallizzarsi di questa situazione ha spinto l’azienda a ricercare forme alternative a quelle classiche in uso nel settore dell’arredobagno, così, con la collaborazione di Roberto Palomba, ha preso il via il progetto Work in Progress che tanti consensi ha ottenuto sia da parte degli operatori del settore sia dalla critica.
La svolta si è verificata nel 1997 quando a Verona, nelle mostre culturali di Abitare il Tempo, fu presentato al pubblico il prototipo di un grande lavabo rettangolare disegnato da Giulio Cappellini.
Quel prodotto, chiamato Acquagrande, è stato un punto di rottura di un settore che all’epoca si caratterizzava per la presenza esclusiva di linee morbide e tondeggianti. L’effetto, per certi aspetti dirompente, provocato da quell’oggetto dal concetto minimalista si può vedere ancora oggi in tutti i cataloghi dei produttori di articoli sanitari e in tutte le esposizioni del settore.
L’Acquagrande viene affiancato da una serie di prodotti disegnati da Roberto e Ludovica Palomba,nel 1998 un lavabo circolare chiamato Twin Set, ma è alla fine del 1999 che la gamma di questi due lavabi si amplia con nuove misure e diverse tipologie per offrire all’utente un ampia possibilità di scelta.
Al Cersaie 2000 di Bologna l’azienda presenta wc e bidet Link, sanitari sospesi disegnati da Cappellini e Palomba, che si caratterizzano per l’aver messo in evidenza, per la prima volta e senza alcun pudore, il sifone di scarico e per l’assenza di incavi e nicchie per il fissaggio del pezzo a parete, una linea pulita che ha avuto la pretesa dichiarata di proporre due pezzi neutri da poter utilizzare insieme alle più svariate soluzioni di lavabi d’arredo. Sempre in quella occasione veniva presentata una colonna di ceramica, chiamata Twin Column, per l’utilizzo free standing del lavabo Twin Set.
La ricerca di soluzioni particolari continua nel 2001 con la presentazione al pubblico del sistema Tatami, un piatto doccia modulare a filo pavimento.
Un sistema che unisce ad una innovazione nel sistema delle docce un design molto rigoroso.
Nel 2002 è la volta del wc e del bidet sospesi Spin e dei lavabi Nuda proposti in varie misure e due tipologie. Con questi ultimi prodotti i Palomba esplorano il terreno delle forme morbide e sensuali.
Nel 2003 e 2004 è la volta della versione a pavimento del wc e del bidet Link, dei lavabi Step e Dip, del wc e del bidet a pavimento Terra, ed anche la serie di rubinetti One.
L’azienda inserisce nel suo catalogo articoli disegnati da altri progettisti: Jeremy King e Riccardo Roselli per gli accessori da bagno in metallo della serie Hoop, Alexander Duringer e Stefano Rosini per la serie IO composta da wc, bidet, lavabi in tre soluzioni ed una vasca da bagno, e la serie di rubinetti SI.
I sanitari della serie IO si contraddistinguono per il segno organico, per l’innovativo sistema di deflusso dell’acqua nel bidet e per la presenza della vasca da bagno in materiale sintetico.
Con questi nuovi articoli l’azienda, oltre agli articoli in ceramica, mette a disposizione della clientela tutti gli elementi necessari per l’arredamento del bagno, dalla rubinetteria agli accessori, dalla vasca ai mobili da bagno, dagli specchi alle cabine doccia, il bagno Flaminia insomma.
Oltre ai prodotti, l’azienda ha portato avanti proposte innovative anche nelle finiture. Ad esempio, è del 2001 la proposta del colore antracite sul lavabo Acquagrande, una finitura opaca molto gradevole al tatto.
Nel 2004 e 2005 vengono presentate nuove linee di sanitari ed in particolare il grande lavabo Fonte, dalle inconsuete proporzioni ed i Miniwash, lavabi di piccole dimensioni adatti sia alla casa che alle comunità, entrambi progettati da Giulio Cappellini.
Flaminia continua la propria indagine nel mondo degli accessori da bagno, presentando due nuove panche per l’appaggio dei lavabi, Frisco e Miami, progettate da Giulio Cappellini, e proponendo nuove e brillanti finiture per la collezione Simple, di Palomba e Serafini. Infine l’innovativo sistema di scarico Niagara di Flaminia Design Team adattabile al wc Terra e Link Back To Wall.
Il 2005 vuole essere quindi un anno importante, denso di eventi e proposte che confermano la validità di un’azienda divenuta in pochi anni un punto di riferimento dell’intero settore bagno.
Flaminia, che nel 2005 celebra cinquant’anni di attività, ha inteso continuare la ricerca delle forme e la sperimentazione di nuove espressioni della ceramica per confermare il proprio ruolo di azienda trend setter. E così nasce una nuova ceramica con finitura mat, proposta in quattro tonalità di colore: latte, sabbia, indaco e castagna.
Nell’ Aprile del 2005 si inaugura il nuovo showroom di Milano in via Solferino 18 progettato da Giulio Cappellini nel rispetto dell’architettura preesistente.
Lo spazio presenterà le nuove collezioni Flaminia e sarà, oltre che showroom permanente, luogo di incontro per progettisti, clienti, pubblico e sede di eventi legati alla cultura del bagno e del benessere.
Come si accennava, nel frattempo i prodotti hanno ricevuto l’apprezzamento da parte della critica:
· Acquagrande nel 2001 è stato insignito del Design Plus all’ISH di Francoforte.
· Link nel 2001 è entrato nella Selezione del 19° premio Compasso d’Oro ADI ed è stato insignito del Design Plus all’ISH di Francoforte.
· Twin Column nel 2001 è entrato nella Selezione del 19° premio Compasso d’Oro ADI.
· Tatami nel 2002 ha ricevuto la Segnalazione al Merito della giuria del premio Comfort & Design Mostra Convegno di Milano, sempre nel 2002 ha vinto il premio The Best in Bathroom Design della rivista ELLE Decoration UK, nel 2003 il premio Der Innovationspreis Architektur und Technik all’ISH di Francoforte, nel 2004 il Prix du Design alla IDEO BAIN di Parigi, sempre nel 2004 è entrato nella Selezione del 20° premio Compasso d’Oro ADI.
L’apprezzamento da parte della critica è coinciso con l’apprezzamento da parte del mercato e con la forte crescita del fatturato. L’incremento delle vendite è stato anno dopo anno entro le due cifre percentuali e dal 1998 al 2004 il fatturato è quasi quadruplicato.
Il mercato interno assorbe circa il 70% della produzione mentre la restante parte è allocata in misura maggiore in Europa con significative presenze negli Stati Uniti, Canada, Australia, Cina, Giappone.
Recentemente si è giunti a definire una rapporto di collaborazione più stretta con l’architetto Giulio Cappellini, che ha assunto l’incarico di direttore artistico dell’azienda.
I programmi futuri prevedono la realizzazione di nuovi articoli della linea design e la ricerca rivolta alla sperimentazione e all’innovazione tecnico-funzionale dei prodotti.